venerdì 31 dicembre 2021

...che sia la forza della Magia a sostenere ogni nostro giorno!

 

Come ogni anno eccomi qui, seduta in un angolo della casa e sola con me stessa, a fare i conti con la vita che ha attraversato i miei giorni in questo ultimo anno.
 
Allo stato attuale dei fatti non posso certo dire che, quello appena passato, sia stato un anno positivo per me, anzi! Io, però, sono fatta così: mi ostino a cercare la luce sul fondo delle cose - come canta la Amoroso in “comunque andare” - grazie al cielo, ho sempre l’istinto di guardare “oltre”. È difficile per me riuscire a fermarmi alla superficie, in tutte le cose ed è per questo che, anche in questo caso, ho voglia di aspettare che il “sipario” sia chiuso, per guardare alle emozioni che la vita ha deciso di donarmi quest’anno.
Se mi guardo alle spalle, il primo pensiero che vedo passeggiare nella mia mente è: “non pensavo di essere emotivamente così forte!”
 
Ho passato, infatti, moltissimi anni della mia vita a sentirmi non all’altezza di “certe” difficoltà. Sarà che, da sempre, dentro di me aleggia un’idea: “tu, sei troppo sensibile per questo mondo!” e questo mio modo di essere l’ho vissuto costantemente come un limite, una caratteristica che mi ha fatto sentire diversa da tutti gli altri e anche un po’ sbagliata. Sempre.
Forse, in fondo, questa è la verità perché spesso non riesco ad incastrare il mio modo di vedere la vita con il mondo là fuori.
Spesso il mio sentire tutto così tanto, rende più complicato attraversare certi sentieri della vita, perché non reagisco, non agisco e non gestisco come gli altri si aspetterebbero o meglio, come la maggior parte delle persone farebbe se si trovasse nella mia stessa condizione.
Però, ad oggi posso dire che questo mio modo di essere, che rende tutto così intenso, nel bene e nel male, ha un rovescio della medaglia e cioè quello di permettermi di essere sempre fedele a me stessa. Al mio cuore.
 
Ad oggi, posso dire con certezza di avere perso tante, tantissime cose però, in tutto questo continuare a perdere c’è una piccola cosa che sono riuscita a custodire: me stessa!
Questi ultimi anni mi hanno permesso di comprendere che nonostante io abbia un miliardo di paure, un miliardo di insicurezze e un miliardo di limiti, che il più delle volte mi costruisco anche da sola, ho comunque il coraggio e la forza di seguire il mio cuore, qualsiasi sia il “prezzo” da pagare. E di questo, cazzo, sono orgogliosa.
Per cui, questo anno non ho voglia di mettermi a fare bilanci!
 
Se per aver scelto la via della mia verità il Destino, la Vita, Dio, l’Universo- chiamiamolo come vogliamo - mi porterà ad uscire sconfitta dai giorni che avrò a disposizione, in cuor mio saprò che non avrei potuto fare di meglio di quello che ho fatto e, anche se avrò perso tutto, per lo meno non avrò mai perso me stessa. E questa sarà, di fatto, la vittoria più grande.
 
Per cui l’augurio che sento di fare a me stessa e a chiunque si trovi a leggere queste mie banali parole, è quello di avere sempre il coraggio di restare fedeli a sé stessi. In ogni situazione, a qualsiasi costo.
Che la fiducia e la speranza del potere dell’Amore bagni ogni nostra cellula, sia a livello fisico che energetico.
 
In ultimo, ma non perché sia per me meno importante…anzi, mi auguro che sia la forza della Magia a sostenere ogni nostro giorno.
Ora e Sempre!
Lu. 
 
P.S. Ho pensato tanto se condividere o meno questo post “che penseranno gli altri” - mi son detta - poi, però, ho capito che questa è la verità, perché la vita è certamente bella ma a volte può essere anche difficile!
L’importante è non mollare e credere sempre nell’Amore e non alludo solo a quello delle relazioni amorose.
Dal mio cuore fino al vostro

Lucrezia in the Moonland

domenica 19 dicembre 2021

Caro Babbo Natale ...

 

 

 

Caro Babbo Natale,

 

Ti sto pensando da diversi giorni ormai, sono passati tantissimi anni da quando ti scrissi l’ultima volta, provo ad immaginare quali potessero essere i miei desideri ai quei tempi e sorrido di tenerezza mentre vagheggio nel ricordo di me piccola, intenta a scrivere “la letterina a Babbo Natale”.   

È incredibile come, in questo momento, io riesca a rendermi conto di quanto non mi sia allontanata poi così tanto da quella mia dimensione bambina. Spesso, infatti, mi sono resa conto che molte cose di Lei, le sento ancora vive in me, ogni giorno e devo ammettere che, questa cosa, non mi dispiace per niente. Mi piace, sai, sorprendere me stessa nel sentire la vita attraverso quegli occhi, amo stupirmi di come io riesca a percepire le emozioni attraverso questo cuore, anche se, a volte, è davvero troppo ingenuo per questo mondo!

 

Caro Babbo, immagino che ti starai chiedendo cosa mi spinge a pensarti così spesso e cosa mi abbia portato a cercare, nel cuore della notte, uno spazio solo mio, un angolo della mia stanza illuminata dalla fievole luce di una lampada di sale appoggiata proprio lì, sulla scrivania per avere un contatto con te.

 

A dire il vero non saprei perché sta accadendo tutto questo, o forse sì, lo immagino, ma so già che se mi soffermassi su questo, non mi farebbe bene. Quello che ti posso dire è che sento, in maniera molto forte, che lo scriverti potrebbe essere un vero e proprio balsamo per il mio cuore. Sento che il fatto di parlare con te potrebbe diventare “una di quelle cose” che, dopo averle fatte, ti permette di vederci più chiaro, un po’ come quando metti ordine nell’armadio, un po’ come quando fai pulizia.

Ecco, forse è proprio per questo motivo che ogni volta che ho pensato: “tra qualche giorno è Natale” i miei occhi si sono chiusi e “puff”, come per magia, mi ritrovavo in una dimensione parallela, un luogo protetto. Proprio come è accaduto qualche istante fa! - La sensazione che provo è qualcosa che riesco a paragonare all’emozione che ti danno quelle sfere di vetro con all’interno un paesaggio, sul quale nevicherà non appena avrai girato e rigirato la sfera stessa. È come se mi percepissi in una bolla magica dove so che la fantasia non ha limite.

 

È così che, in questa dimensione magica, sento il mio corpo affondare in una di quelle enormi poltrone soffici, rivestite di stoffa scozzese rossa e verde.

Lungo la schiena sento un brivido che sussurra alle mie orecchie: “ Sono proprio qui, è la casa di Babbo Natale!” è così che i miei occhi curiosi iniziano a scrutare la stanza in cui mi trovo. 

 

I muri della stanza sono di legno, riesco a sentire su tutta la mia pelle un piacevolissimo tempore, un calore che sa farmi sentire sicura, a casa. È con questa sicurezza che riesco a girarmi, non so bene il perché, ma ho voglia di sbirciare oltre i vetri, un po’ appannati, della finestra che affaccia sul giardino lì fuori. È strano, perché ho come la sensazione di vedere un’ombra muoversi oltre la finestra, mi strofino gli occhi e incredula realizzo che quell’ enorme naso rosso e quegli gli occhi giganti che mi stanno fissando sono quelli di Rudolph, la renna di Babbo Natale!

Fatico a trattenere l’emozione, mi sento entusiasta come una bimba, allora mi alzo di scatto dalla sedia per avvicinarmi alla finestra, con il palmo della mano pulisco il vetro per riuscire a vedere meglio, avvicino la testa alla finestra e con le due mani vicino agli occhi mi faccio ombra per riuscire a mettere a fuoco quella meravigliosa renna. È altissima, ha delle corna giganti ed il suo naso è rosso, per davvero, proprio come dice la canzone: “Rudolph the Red-Nosed Reindeer Had a very shiny nose”.  Incredula, resto lì ad osservarla per qualche minuto, come se volessi fissare nella mia mente quell’immagine, ma sono dei passi in lontananza, che mi costringono a tornare velocemente su quella poltrona dalla stoffa scozzese. Ci vogliono solo pochi istanti affinché quei passi decisi si facciano sempre più vicini. “È lui, sta per arrivare!” – penso emozionata.

Faccio appena in tempo a tornare con lo sguardo davanti a me, quando i miei occhi, che puntano al pavimento, incrociano i suoi grossi scarponi neri ancora sporchi di neve.

Sento il cuore accelerare nel petto, più il ritmo aumenta più ho come la sensazione che le mie guance diventino sempre più calde. Espiro, come a voler rallentare la corsa del mio cuore, non riesco nel mio intento, ma decido di spostare lentamente lo sguardo verso l’alto.

“Non vedo l’ora di vedere il viso di Babbo Natale” – penso tra me e me.

 

Non so se è l’emozione o cos’altro, ma il viaggio verso il suo viso mi sembra interminabile, dopo qualche istante, però, arrivo a “destinazione”

Deglutisco velocemente per cercare di mandare giù quel nodo alla gola che, già lo so, è l’anticamera di occhi umidi e lacrime. Nel vano tentativo di gestire questa mia emozione, che dalla gola è salita agli occhi, il mio sguardo si perde nei ricci della sua lunghissima barba bianca, è di un bianco candido proprio come la neve che ricopre ogni cosa lì fuori, nelle deserte strade notturne del Polo Nord.

Senza avere neanche il tempo di rendermene conto, ecco i suoi grandi occhi azzurri che, seppur nascosti dalle lenti tondeggianti dei suoi occhiali, hanno il sapore di una profondità immensa come il mare.

 

Nel tentativo di stemperare l’imbarazzo di questo incontro così speciale, la mia mano sinistra si sposta verso il viso per portare i capelli dietro l’orecchio – Mentre adagio lentamente i capelli dietro l’orecchio, mi viene da pensare al momento in cui sentirò la sua inconfondibile risata a voce piena: “OH, OH, OH” - un suono capace di mettermi quasi certamente i brividi - ripeto a me stessa. Questo pensiero, però, passa immediatamente in secondo piano, quando mi rendo conto di quanto lontano da casa mi abbia condotto la mia bambina interiore: “eh, chi se lo immaginava mai di arrivare fino al Polo Nord! Eppure qui, dentro a questa casa di legno che profuma di arancia e cannella ci sto proprio bene!” - sospiro contenta mentre sollevo le spalle e mi preparo ad aprire il mio cuore.

 

Con filo di voce mi faccio coraggio e dico: “Ciao caro Babbo Natale mi chiamo Lucrezia, non so esattamente come io abbia fatto ad arrivare fin qui, so solo che sono emozionatissima.” Mi fermo un attimo per prendere il respiro e schiarire la voce: “Sai, vorrei dirti tante cose ma le uniche parole che la mia bocca riesce a pronunciare sono: non so se tutto questo sia solo il frutto della mia immaginazione, oppure se sto sognando, però sono davvero, tanto, tanto felice di essere qui con te, in questo momento.”

 

Mentre gli parlo mi rendo conto che Lui è fermo sui miei occhi, ed io non riesco a distogliere il mio sguardo dal suo. “La luce dello spirito del Natale che abita in lui ha davvero qualcosa di magico, riesco ad avvertirlo proprio adesso, dentro al mio cuore. Questa cosa la racconterò a tutti i bambini che, da oggi in poi, incontrerò nella mia vita. Giuro!”  - Penso tra me e me.

 

Sollevo la testa per cercare i suoi occhi, sento di avere una gran voglia di parlargli dei miei desideri e di tutto quello che, tanto, desidererei ricevere la notte di questo Natale. Non appena contatto questa consapevolezza, sento che l'intenstà dei miei desideri arriva a bagnare le mie guance. Asciugo velocemente le lacrime cercando di convincere me stessa che tutto questo mio sentire è mosso dal mio cuore pieno di speranza. “Avere dei desideri è sinonimo di voglia di andare avanti”  - dico a me stessa cercando di rassicurarmi.

 

È adesso che, finalmente, sento il suo vocione: “Dimmi tesoro, cosa posso fare per te!”

 

Con un timido filo di voce accenno: “Sai caro Babbo Natale, non so’ da dove cominciare, un po’ mi sento fuori luogo al pensiero di chissà quanti bambini, in questo momento, avranno bisogno di te e della tua magia ed io, alla mia età, sono qui a chiederti di esaudire i miei desideri che, diventano così “stupidi”, di fronte al sorriso di un bambino, che vede realizzato il suo tanto sperato desiderio.”

 

“OH-OH-OH Tesoro" - dice Lui -  "C’è una cosa che devi sapere, la magia del Natale è una dimensione in cui il tempo non esiste. Adesso i tuoi occhi mi vedono qui, proprio di fronte a te ad ascoltare il tuo cuore, ma in questo momento, proprio ora, sto ascoltando il cuore di tutti i bambini del mondo. Quindi non credo che sia il caso che tu stia qui a preoccuparti di questo, perché c’è una tale un’abbondanza di Magia del Natale, che nessuno ne resterà privo. 

Avanti tesoro, parlami dei tuoi desideri!”

 

È solo con questa tranquillità che abbandono ogni resistenza e mi lascio, finalmente, andare:

 

“Sai, caro Babbo Natale, i doni che tanto desidererei per questo Natale non possono essere messi fisicamente sotto l’albero, ma per spiegarmi meglio, ho bisogno di raccontarti qualcosa di me, hai voglia di ascoltarmi?’”

 

Con le sue grandi mani si pettina la barba e con una dolcezza infinita esclama: 

“Cara, te l' ho già detto prima, sono qui per te, continua pure!”

 

Mi metto un po’ più comoda sulla poltrona e continuo:

 

“Fin da quando ero bambina ho immaginato la mia vita felice “da grande” attraverso un’immagine ben precisa: Una casa!  Si, hai capito bene una casa.

Non mi è mai importato che questa fosse grande oppure piccola, la cosa che, però, ho sempre desiderato è trovare al suo interno delle emozioni capaci di farmi star bene, sicura e protetta. Un luogo, un rifugio in cui si ha la certezza di essere sempre accettati nel bene e nel male. In quella casa ho sempre desiderato trovare un compagno di vita, quello del “per sempre”, un uomo al quale poter stare accanto mano nella mano sempre, in qualsiasi situazione, nel bene e nel male. Una persona che sappia diventare il mio un punto fermo ed io il suo. Un uomo con il quale unirmi per creare una famiglia e fare dei figli con i quali crescere, sorridere, piangere, gioire, sbagliare e diventare grandi, tutti quanti insieme.

E poi, con noi un pelosetto a quattro zampe che scodinzola appena sente che stiamo arrivando. 

Sai, Babbo Natale, ho sempre amato tantissimo gli animali, perché il fatto di riuscire a sentire le loro emozioni ha creato, dentro di me, un legame particolate con il mondo animale.

A fare da cornice a tutte queste emozioni e situazioni c’è il tepore di una delicata luce soffusa generata dalla calda fiamma di un camino acceso.”

Questo è tutto quello che ho sempre desiderato per essere felice, queste emozioni hanno sempre abitato del mio cuore ed hanno mosso ogni mio passo sul sentiero della vita.”

 

È talmente tanta l’emozione che ho nel parlagli di questo, che sento la necessità di fermarmi un attimo e cercare il suo sguardo, come a conferma che io possa continuare.

 

Il suo impercettibile cenno con la testa, come a dire “avanti, continua!” mi incoraggia.

 

“Babbo Natale, credo di essere cresciuta con un’idea di vita che non ha mai previsto nulla di materiale perché io potessi essere felice. Sono sempre stata certa che, per vivere nella serenità, non mi serva null’altro che l’Amore. Ho sempre confidato nel fatto che, il sapere di poter amare ed essere amata, possa rendermi invincibile. Ed è per questo che non riesco a misurare l’Amore che dedico alle persone che incontro sul mio cammino, perché credo che l’Amore sia l'unica vera medicina per riuscire a curare ogni cosa. Io sono certa che l’Amore sia come magia, perchè risana ogni cosa che accarezza.”

 

Le mie parole si arrestano, ho la necessità di cercare comprensione nel suo sguardo.

Lui, come se conoscesse esattamente ciò di cui ho bisogno in questo momento, mi guarda dritta negli occhi è un sorriso amorevole a sollevare le sue rosse gote e, con un leggero cenno della testa, mi rassicura invitandomi a continuare.

 

“I miei passi in questa vita hanno sempre inseguito le tracce di questi desideri che, forse, possono far pensare a qualcosa di molto vicino all’utopia e, se proprio devo essere sincera, c’è stato un momento in cui ho avuto una profonda consapevolezza del rischio che correvo nel credere così tanto in tutto questo. Eppure non sono mai riuscita a cambiare strada, ma non perché non volessi, e che proprio non ci sono riuscita. Se avessi cambiato direzione non avrei vissuto nella mia verità.

Così, quando sono diventata “grande”, mi sono trovata a non poter far altro che scegliere la via del cuore. 

Ho scelto di dare la priorità alle leggi che abitano in questo muscolo pulsante che abita al centro del mio petto, con il quale ho sempre avuto un rapporto molto particolare, anzi speciale oserei dire.

Spesso, però, non vengo capita, perché il mio modo di vedere la vita può sembrare infantile ma, caro Babbo Natale, come si fa a spiegare alle persone che “quelle come me” non hanno altra scelta?

che per “quelle come me” non esiste un’altra via?  che “quelle come me” non possono che seguire la strada della loro verità?

Ti giuro e spero che tu riesca a credermi, tutto questo non è mania di essere “chissà chi”.

Tutto questo significa semplicemente essere me stessa, significa vivere nella verità, significa prendermi la responsabilità di tutto quello che ne consegue.”

 

"Mia cara" – accenna Lui- "comprendo perfettamente ciò che mi stai dicendo, lo vedo dai tuo occhi  quanto ti è costato il tuo essere sempre sincera e fedele a te stessa. 

Ricorda, però, nei momenti complicati credi in te perché, dentro, hai una forza che non sai neanche di avere!"

 

Bruscamente lo interrompo: “In tanti mi hanno ripetuto questa frase, ma io...beh, io non mi sono mai sentita forte. Ho questa costante sensazione, dentro, di non essere mai abbastanza. Mai abbastanza bella, mai abbastanza forte, mai abbastanza coraggiosa, mai abbastanza intelligente, mai abbastanza brava e potrei continuare per ore, credimi!

Mi sono sempre sentita diversa da tutti gli altri e non so il perché!”

 

Lui intenerito mi sorride, e mentre mi lascio andare in un pianto liberatorio, estrae un campanello dalla tasca della sua giacca di velluto rossa e lo agita. 

Un tintinnìo che sa di magico mi fa ricordare il perché ho sempre amato tutto ciò che emette questo genere si suono. 

Basta meno di un secondo per far sì che, davanti a me, si materializzi una piccola signora, con due lunghissime trecce bianche che le scendono ai lati del corpo, in testa ha un enorme cappello verde ed il suo grembiule rosso a forma di cuore copre un meraviglioso vestito grigio così lungo, che le nasconde anche i piedi.

La osservo con stupore, quando mi rendo conto che la sua figura evanescente fluttua a qualche centimetro da terra. Strofino gli occhi perché quasi non credo a quello che sto vedendo.

 

Le sue lunghe braccia mi offrono una tazza fumante. Non faccio domande ed afferro la tazza, la avvicino al volto e, prima che io riesca ad annusare il suo profumo, il calore del vapore che esce da lì dentro pervade tutti i miei sensi: “mmmh che buon profumo!” – esclamo.

 

“Questa è una bevanda speciale, la prepara Lei, la piccola Serendipity, è una delle mie migliori aiutanti, non per niente è la gnometta dell’Amore. 

Quella che ti ha appena offerto è una pozione magica, sorseggiala dolcemente vedrai saprà prendersi cura del tuo cuore un po’ spaventato.

Forza cara, bevi e continua con il tuo racconto.”

 

Senza esitare assaggio questa pozione ed in effetti, qualcosa di magico lo ha davvero, perché mi sembra di stare subito meglio. 

 

Allora decido di continuare:

 

“In più occasioni mi sono sentita dire che questo modo di vedere la vita e l’amore è qualcosa che non mi porterà lontano.”

 

"Tu vivi in un mondo fantastico, un mondo che in realtà non esiste. Cosa ti è servito seguire questa strada? Guardati adesso, cosa ti è rimasto?" – Queste sono le parole che più mi hanno fatto male, forse perchè hanno saputo tradurre in parola le mie paure.

 

“Babbo Natale ti giuro che questa domanda, ancora oggi, nei giorni più complicati, rimbomba nella mia testa, facendomi sentire davvero smarrita e sbagliata.

“Forse ho sbagliato tutto?” – mi capita di domandami, eppure so che con non avrei potuto scegliere altra via!

È altrettanto vero, però, come ti dicevo poco fa, che la vita mi ha fatto incontrare anche persone che hanno saputo regalarmi forza quando mi sono sentita persa: “Sei una persona coraggiosa, tu hai una forza che non sai di avere!” – parole che sono riuscite a diventare un vero e proprio balsamo per il mio cuore nei momenti più difficili.

Quello che voglio dirti ora, caro Babbo Natale, è che io non so se ho davvero sbagliato tutto, come non so se sono davvero una persona coraggiosa e sinceramente, adesso come adesso di questo poco mi importa, ma c’è una cosa che devo ammettere, vivere secondo le leggi del cuore, non significa affatto quello che tutti si immaginano.

Scegliere la via del cuore non significa che tutto andrà liscio e che ogni pezzo del puzzle si incastrerà alla perfezione, almeno non immediatamente. 

Vivere nella verità, forse, significa assumersi la responsabilità di attraversare la tempesta che ti insegnerà la strada per raggiungere l’unico vero porto sicuro, in qualsiasi circostanza, quello che si trova dentro di te.

Vivere secondo le leggi del cuore significa ritrovarsi a perdere tutto, anche sé stessi.

Vivere secondo le leggi del cuore significa essere fedeli all’Amore, rispettare sé stessi e gli altri.

Caro Babbo Natale io mi trovo in questa dimensione, io, in tutto questo “disordine” ci rimango, non ti nascondono, però, che a volte ho davvero paura di non farcela."

 

"Ti capisco mia cara, quello che hai attraversato non è stata certo una passeggiata. Quando hai deciso di mettere la testa nel mondo lì fuori, quando hai deciso di iniziare a vivere secondo quello che hai dentro, non ti sei abbandonata alla rassegnazione. Ti sei alzata ed hai seguito la tua via ed è stato proprio li che, la vita, ti ha subito presentato il conto. Tesoro, questo significa vivere davvero.

Sai, a volte ci si trova a vivere delle situazioni dolorose, alle quali non riesci proprio a dare una spiegazione. In quei casi, forse, potresti essere stata scelta come via, per sciogliere dei nodi karmici.

Lo so, è strano che sia proprio io a parlarti di questo, non sono discorsi da “Babbo Natale” ma, come ti spiegavo all’inizio del nostro incontro, il Natale è magico ed io di conseguenza. La magia del Natale è tutto ed è niente allo stesso tempo.

Quello che voglio dirti cara, è che potrebbe essere possibile che tu abbia una missione energetica molto importante in questa vita. Non so se questo corrisponda alla verità, però prova ad aprirti a questa possibilità e vedrai che tutto sarà più “leggero”.

Adesso, però, vorrei fare qualcosa per te, cara Lu dimmi quali sono i tuoi desideri.

Quali doni vorresti che io ti portassi la notte di questo Natale?”

 

Va bene Babbo Natale, in verità ho poche cose che desidero, forse, forse, sono troppo grandi, ma sono certa che mi aiuterebbero molto. Voglio fare questa cosa, proprio come se ti stessi scrivendo la latterina:

 

“Caro Babbo Natale,

 

i doni che vorrei per questo natale sono questi:

 

Un Abbraccio sincero

nel quale potermi abbandonare quando, di notte, mi capiterà di sentire il bisogno di sentirmi protetta;

 

Una Mano da poter stringere forte

Una mano che sappia farsi trovare quando vorrò essere felice per i miei successi, e che saprà essere la mia ancora di salvezza quando, invece, i giorni difficili saranno i miei compagni;

 

Un Bacio

che sappia farmi sentire sempre amata, nonostante i miei mille difetti e le mie innumerevoli insicurezze.

 

Una Spalla

sulla quale appoggiare la mia testa quando sentirò il bisogno di fermarmi per riprendere fiato.

 

E poi c’è un’ultima cosa che vorrei chiederti, un desiderio al quale tengo moltissimo:

Vorrei che tu guarissi, attraverso l’Amore universale, il cuore di tutte quelle persone che, ad un certo punto della loro vita, si sono perse ed hanno smesso di amare sé stesse. Mi piacerebbe molto se tu potessi donare loro la capacità tornare a sentire le emozioni così che possano finalmente accogliere tutto l’Amore di cui hanno bisogno, quello stesso amore che è lì, di fronte a loro, e che non sta aspettando altro che “quella porta” finalmente si apra. Vorrei tanto che queste persone iniziassero a sentirsi uniche e speciali affinché, smettano di sentirsi sole e smarrite. “

 

“Ecco caro Babbo Natale, questi sono i miei desideri, vedi quello che puoi fare.

Sappi che io, continuerò sempre sulla mia strada, testa alta e cuore in mano “semprissimo!”

 

Grazie per avermi ascoltata, sono stata bene qui con te, nella tua casa.”

 

Alzo lo sguardo e lui non è più davanti a me, mi volto per guardare fuori dalla finestra e mi accorgo che il sole sta per sorgere: “l’alba sta arrivando è ora di tornare a casa” -  ripeto a me stessa.

 

Apro gli occhi, la bolla magica svanisce, sono nella penombra della mia camera. Sospiro mentre torno alla realtà.

 

La magia del Natale è capace di grandi cose.

Io lo so.

 

Lucrezia di Lernia in the Moonland.

venerdì 17 dicembre 2021

Il primo mattino di un tardo settembre

 

                                                                Parabiago, 24 Settembre 2021 ore 8:12

Prendi il primo mattino di un tardo settembre. I campi di mais, ormai secchi, che costeggio con la macchina si tingono d’oro, quando il tiepido sole autunnale li accarezza appena. È una leggera foschia, che si solleva dalla Terra, a regalare a questo paesaggio quel non so’ che di magico. Quasi mistico. Riesco a percepire l’umidità della foschia sulle secche foglie di mais. Avverto la musica, mi avvolge. Mi sento trascinare nelle profondità di questo istante, che qualche minuto prima guardavo come una spettatrice incantata. Sono immobile quando, dallo stomaco, sento salire emozioni contrastanti. È come se riuscissi a sentire ogni cosa nello stesso momento. Sono attraversata dalla musica e dalle emozioni. La pelle e’ una coperta di brividi. La musica è entrata dentro di me e sta smuovendo ogni nodo nascosto. Gli occhi si inumidiscono. Eppure non sono triste. Ho bisogno del calore di un abbraccio, ma sono sola. Respiro, accolgo ogni cosa e vivo l’esperienza senza oppormi. È un respiro profondo a farmi uscire dal quadro. Torno ad essere una spettatrice, forse più consapevole. Consapevole di essere parte di ogni cosa. Pochi istanti pieni del tutto. Pieni di vita.

Lucrezia di Lernia in the Moonland

sabato 11 dicembre 2021

Nuda senza pelle

 

 


C’è un momento in cui ti lasci andare. 
Accade all’improvviso: “ci stai ricascando, proteggiti che poi ti fai male!”
Eppure sai cosa significa abbandonare ogni protezione. 
Non vorresti accadesse, ma succede e non c’è nulla che tu possa fare.
Disarmata e senza pelle.
Ogni parola ti attraversa lasciando il segno, 
Uno sguardo, 
Un gesto,
Un sorriso,
Un’espressione.
Ogni cosa la senti cento, mille volte.
Tutto entra lì, dentro, e tu non sai che fare, se non restare immobile ad ascoltare.
È tutto così intenso,
Nel bene e nel male.
Ma questa sei tu, e forse sei la prima di cui ti dovresti innamorare.
 
Lucrezia di Lernia in the Moonland

venerdì 10 dicembre 2021

Semplicemente ci sarà la vita

 


 

Ciao,

Qualche sera fa la vita mi ha dato la possibilità di soffermarmi a riflettere, è stato un momento molto intenso! 

Per questo motivo ho deciso di trasformare i miei pensieri in lettere, così da poterli "fermare" per "sempre".

Mi auguro vi faccia piacere leggere questo scritto spero, soprattutto, che queste mie riflessioni possano essere, in qualche modo, utili a qualcuno.

Questa è una di quelle sere in cui ho finito presto di sistemare "le mie cose", così ho deciso di sdraiarmi sul letto, per stare un po’ con me stessa.

Lascio cadere delicatamente la testa sul cuscino. Gli occhi si alzano al soffitto. Un sospiro arriva prepotente, come a voler mettere ordine, e forse anche un po’ di silenzio, al caos che c’è intorno. Immediatamente mi accorgo che, proprio quel sospiro, è divenuto una chiave capace di aprire la porta delle mie emozioni. 

In un attimo gli occhi si chiudono e tutta una serie di immagini iniziano a scorrere nella mia mente. È strano perché è un po’ come vedere un film di cui conosci già il finale. A dirla tutta sono tanti i pensieri, i ricordi e le emozioni che si affacciano, ma c’è un’emozione che ha bisogno di farsi ascoltare questa sera: La paura. 

Così decido di darle spazio, è proprio in quell’attimo che un tuono violento arriva a disturbare questo momento. Un po’ come se, lo stesso, avesse la valenza simbolica di rompere quella corazza all’interno della quale, in questo ultimo periodo, ho messo tutto ciò che mi ha creato disagio. Adesso è il suono delicato di una pioggia leggera a diventare la colonna sonora di questo "film". Grazie alla delicatezza della pioggia capisco che, troppo spesso, ci si vergogna di provare un certo tipo di emozioni. D’altro canto viviamo in un’epoca in cui tutto ha un’etichetta. 

La paura, è proprio una di “quelle emozioni” che non dovremmo mai provare o che dovremmo imparare a “mandare via”, prima possibile! - È così che ci hanno insegnato, no?! 

“Perché mai?” - mi domando!

Per quale assurdo motivo bisognerebbe rinnegare qualcosa che è parte della vita?! 

Io non mi vergogno di ammettere che ho paura. Anzi, ho paura di molte cose: di non essere abbastanza, di non essere all’altezza,  di sbagliare, di essere io stessa sbagliata ed ho paura che la vita possa dimenticarsi di me. 

A volte mi lascio travolgere completamente e credo che tutto possa essere perso. Spesso mi sento fragile. Quando avverto la paura affacciarsi nel mio cuore il primo istinto è quello di rinnegarla. Poi, grazie al cielo, riesco a far si che questa emozione compia il suo lavoro. 

Allora lascio spazio e faccio silenzio. 

Resto immobile.

Così inizio a sentire “rumore”, un po’ come quel tuono che ha aperto la porta delle mie emozioni poco fa. Ci resto in quel rumore, non faccio nulla per soffocarlo. Perché ho capito che permettere alla paura di esprimersi, significa AVERE CORAGGIO. Ed è proprio in quel momento che capisco qual è il vero compito della paura: farti scoprire che hai CORAGGIO. 

Allora ringrazio la vita, perché mi insegna ogni giorno a non etichettare, a non giudicare e a lasciare che le cose siano semplicemente quelle che sono. 

Così dopo questo “viaggio” tra rumore e silenzio, tra luce e buio, apro gli occhi e accetto tutto quello che sto provando nelle mie profondità.

Nel frattempo la pioggia fuori si è arrestata, così come il “moto emozionale” qui dentro di me. 

Resta la consapevolezza che dentro nulla svanirà. Nulla dovrà essere rinnegato, perché sarà mio compito prendermi cura e dare spazio ad ogni cosa per quella che è. 

Senza giudizio. 

Forse solo così non ci sarà più paura, dolore, tristezza fine a sé stessa.

Semplicemente ci sarà LA VITA.

 

Moonland - La soffitta del cuore,

Lucrezia di Lernia

 

giovedì 9 dicembre 2021

Per tutte le volte in cui avresti voluto salvare il mondo

 


 

Buongiono, 
oggi voglio condividere un pensiero che ha dato "il via" a questa mia giornata:
 
A volte può capitare di trovarsi in situazioni in cui non si riesce a comprendere l’altro. Situazioni che possono generare malessere e conflitti interiori. Ci si perde in milioni di dubbi e domande alle quali non si riesce a dare risposta. Così facendo si perde di vista il fatto di provare ad andare oltre a quello che “sembra”.
 
Spesso la vera risposta a tutti i nostri dubbi e’ “semplicemente” questa:
 
“Le persone amano fino al livello cui amano se stesse, comunicano solo fino al loro livello di consapevolezza e allineano il loro comportamento al livello dei traumi che hanno guarito.”
E' inutile colpevolizzarti per come sono andate le cose perché, il più delle volte, la causa di determinate situazioni risiede nella capacità che le persone hanno di ascoltarsi e comprendersi."
 
Lascia andare il fardello che ti sei caricata/o sulle spalle e lascia ad ognuno le proprie responsabilità.
Lo so che tu, tutte le volte, vorresti salvare il mondo, ma devi ricordarti che da sola/o ben poco puoi fare, se non distruggerti combattendo una battaglia che non ti appartiene. - Non dimenticarti che è il mondo stesso che, per primo, deve volersi salvare!
 
Credi sempre nei tuoi valori, ma ricorda che ognuno ha il suo percorso di vita, tu puoi offrire la tua mano per sconfiggere la solitudine, la tua spalla per offire conforto e il tuo cuore per donare tutto il tuo Amore, ma non puoi guerreggiare da sola/o, per conto di qualcuna'altro. 
Non sarebbe giusto né per la tua anima, né per la sua.
 
L'Amore è anche saper uscire di scena quando è necessario.
 
Lucrezia di Lernia in the Moonland.

martedì 7 dicembre 2021

Moonland - La soffitta del Cuore

 


Ciao,

mi chiamo Lucrezia di Lernia.

ho pensato molto a quello che avrei potuto scrivere nella mia presentazione ma poco mi è venuto in mente.  Questa sarà, probabilmente, la conseguenza del fatto che non mi piace definirmi, in qualche occasione, quando mi è stato chiesto: “parlami di te, come sei fatta, quali sono le tue caratteristiche” mi sono trovata sempre in imbarazzo in quanto faccio fatica a riconoscermi in “qualcosa” ma, allo stesso tempo riesco a riconoscermi in molte cose. È una condizione forse difficile da comprendere, ma questo mio modo di sentirmi mi porta a non sapermi definire e, in qualche modo, a non giudicare né me stessa e né gli altri.

Ho deciso di aprire questo blog, non perché io mi ritenga una brava scrittrice, anzi! Semplicemente perché, a seguito di alcune vicissitudini di vita, ho sentito la necessità di dare una direzione costruttiva ad una parte della mia anima che trova la sua dimensione attraverso la scrittura. In alcuni momenti, infatti, tradurre in lettere le emozioni che sento, riesce a sciogliere quei “nodi emotivi” che hanno il bisogno di esprimersi.

Il Nome “Moonland” (Terra della Luna) racconta il fatto che, molte volte percepisco di non appartenere a questo pianeta, è solo quando sollevo la testa verso il cielo ed incontro la Luna che provo un senso di appartenenza molto profondo.

Quando scrivo mi vedo seduta in un angolo di un’antica soffitta in legno, dove mi è possibile osservare la Luna, attraverso una finestra che si affaccia su di un meraviglioso cielo stellato. Tutto questo accade quando mi trovo in completa connessione con il mio cuore.

Concludo dicendo che sono qui, a condividere questa mia dimensione senza alcuna pretesa, semplicemente con la voglia di liberare “nel mondo” questa mia frequenza energetica e, perché no, poter essere di sostegno a qualcuno che si trova a voler sciogliere qualche nodo emozionale con me, nella mia soffitta del cuore.

Lucrezia di Lernia in the Moonland.


FERMA AL SEMAFORO

  Erano lì sul marciapiede proprio di fronte a me, in attesa che scattasse il verde del semaforo.  Un nonno teneva tra le braccia un cucciol...